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Alle radici del fenomeno dei novax

By 8 Novembre 2021Novembre 12th, 2021Psicologia nell'era digitale
novax

Antivaccinismo, manifestazioni contro il vaccino ed il green pass: al di là delle polemiche, i perché dei no vax hanno radici complesse che vanno oltre le semplici opinioni.

Se da un lato ci si muove in una zona grigia in cui non ogni indicazione appare chiara e inappuntabile, dall’altro nonostante le evidenze è forte la resistenza alla vaccinazione.
Come mai?

Le tematiche ricorrenti nei siti no vax

Il mondo dei contrari ai vaccini si alimenta e viene alimentato principalmente online.
Siti, blog, pagine social no vax hanno tematiche ricorrenti:

  • dannosità dei vaccini che sarebbero la causa di altre gravi ed incurabili malattie (come AIDS, autismo, cancro, diabete ecc.)
  • medicina alternativa (come naturopatia e agopuntura) che sarebbe in grado di sopperire efficacemente a cure innaturali e dannose
  • diritto personale e autonomia: nessuno può e deve sostituirsi al singolo nella scelta di ciò che è bene o male per se stesso, così come devono essere i genitori a decidere come gestire i propri figli e tutto ciò che li riguarda, comprese le cure mediche
  • teorie complottistiche e antiautoritarie: i vaccini sono promossi per interessi di aziende e non ci sarebbero prove reali sulla loro efficacia 

Questi temi raccolgono diversi argomenti – non necessariamente legati fra loro – che riescono ad radunare insieme persone anche molto diverse ed ad accomunandole verso un nemico comune: la vaccinazione.

Le 4 tattiche dell’informazione no vax

Quali sono le strategie, le tattiche utilizzate per sostenere le tesi antivacciniste?
Per quanto riguarda l’accuratezza delle informazioni – o potremmo dire la loro aderenza alle notizie e ai dati ritenuti validi dalla comunità scientifica – possiamo individuare 4 modalità di lettura delle informazioni:

  • criticare l’attendibilità di studi scientifici senza però determinare e chiarire cosa renda uno studio attendibile o meno: i dati vengono letti col presupposto che la ricerca sia finanziata da case farmaceutiche o che ci siano conflitti di interesse. I risultati di questi studi vengono per questo considerati falsi a priori
  • non considerare alcuno studio e dare per assodato che i vaccini sono dannosi, senza alcun riferimento ad evidenze scientifiche
  • ignorare informazioni, studi, argomentazioni che sostengono i benefici della vaccinazione. La censura di qualsiasi contenuto a favore dei vaccini include anche l’estromissione di obiezioni e perplessità anche quando vengono da persone all’interno del gruppo no vax; lo scopo è rafforzare un unico punto di vista
  • l’attacco: chi si oppone, chi controbatte, chi sostiene punti di vista diversi deve essere estromesso ed attaccato e questo spiega anche le più recenti vicende accadute in manifestazioni no vax / no green pass.

Le motivazioni dei no vax: bias e antivaccinismo

Perché così tante persone rifiutano in maniera netta e categorica i vaccini?

Ne facciamo uso da decenni, le evidenze scientifiche abbondano così come sono veramente scarsi i casi di effetti collaterali e problematiche legate ai vaccini.
L’iter per la commercializzazione dei vaccini è complesso e prevede diverse verifiche nel breve, medio, lungo termine. 

Eppure un numero significativo di persone in tutto il mondo rigetta con forza l’idea di doversi vaccinare a fronte di una crisi sanitaria, economica e sociale che ha investito il mondo intero.

Il concetto di bias, errori sistematici di valutazione, può aiutarci a capire come mai così tante persone non vogliono vaccinarsi.

Il processo decisionale non è frutto solo di considerazioni razionali ma anche di cosiddette scorciatoie di pensiero, le euristiche, cioè delle strategie che ci consentono di arrivare a prendere decisioni, farci una idea, crearci un’opinione su qualcosa in maniera più veloce e semplice.

Il fatto che l’uomo sia un essere dotato di un grande potenziale intellettivo e al contempo utilizzi delle strategie che semplificano così tanto è dovuto ad un’ottimizzazione delle risorse, importante dal punto di vista evolutivo: se per ogni singola decisione quotidiana, dal prendere la metro invece che l’auto, al decidere cosa mangiare per cena, ogni volta adoperassimo un sistema di valutazione perfettamente razionale, ci ingolferemmo e non riusciremmo a fare granché.

Ecco perché a volte è necessario utilizzare delle scorciatoie.

Queste scorciatoie sono influenzate anche dalle nostre emozioni e dalla nostra storia personale, da quello che abbiamo vissuto e che ci ha fatto diventare quello che siamo.

Nel caso dei no vax, è probabile intervengano bias che riguardano il sovrastimare o sottostimare alcuni eventi: considerare maggiori le probabilità di avere una reazione avversa rara al vaccino; sovrastimare che capitino proprio a noi; che sia più rilevante una conseguenza negativa causata da una nostra azione (vaccinarsi); che sia molto poco l’impatto del non vaccinarsi perché sottostimiamo l’incidenza di alcune malattie che ora non ci sono più (ironicamente, proprio grazie ai vaccini, come il vaiolo).

Ma questi non sono gli unici elementi da prendere in considerazione. 

La psicologia dei no vax

Ci sono poi caratteristiche culturali e personali legate all’atteggiamento nei confronti della vaccinazione.

Si tratta ovviamente di generalizzazioni che abbracciano diversi temi ampi e complessi. 

Infatti, lo scetticismo nei confronti dei vaccini per molti no vax riguarda anche una generale diffidenza nei confronti delle autorità intese come aziende governative, farmaceutiche, scientifiche in generale, che fanno convergere scelte che riguardano la collettività con i loro interessi economici.

A questo si collega il bisogno, la voglia di essere e sentirsi padroni delle proprie scelte che riguardano il proprio corpo e la propria vita: perché un gruppo di persone che non conosco e che non mi conoscono devono prendere scelte che riguardano la mia vita sulla base di decisioni di cui non so praticamente nulla?

Altro tema è la diffusione e la crescente importanza della medicina complementare e alternativa (CAM) molto spesso scelta come strada in percorsi terapeutici a discapito della medicina tradizionale.
In questo senso, vaccinarsi viene letto anche come introdurre qualcosa di estraneo nel nostro corpo, qualcosa che sappiamo non solo essere estraneo ma soprattutto innaturale e patogeno. 

I no vax non sono degli scemi 

E’ ’ormai noto meccanismo dei social e di alcune bolle informative, le cosiddette echo chamber: ti vengono mostrati risultati di ricerca, gruppi sui social, contenuti già affini a quello che hai cercato o di cui sei già parte, generando quindi delle polarizzazioni.
Se hai un’idea, online non farai che rafforzarla.

A meno che tu non sia molto motivato ad uscire dal tuo orticello e cercare altro, cercare un confronto. E questi meccanismi coinvolgono tutti, non solo i no vax.

E’ anche noto che lo stile cognitivo e il livello di istruzione non sembrano essere determinanti: chi è contro i vaccini spesso è anche una persona con un livello di istruzione medio alto. 

Come è pur vero che in ogni gruppo c’è un sottoinsieme di facinorosi, di individui che volutamente provocano dissidi, caos, attacchi più o meno gravi. Ma questo non vuol dire che tutti quelli che condividono quelle idee siano così.

Tralasciando quindi gli elementi di disturbo e guardando al fenomeno nell’insieme, chi esprime con tanta forza il proprio dissenso sui vaccini è qualcuno che ha delle domande che non trovano risposte.

Più che una mancanza di informazioni corrette e della capacità di elaborarle in modo appropriato, c’è una vera e propria resistenza e mancanza di fiducia. 

Comprendere davvero cosa c’è dietro l’opposizione ai vaccini, comprendere dubbi, interrogativi, motivazioni senza andare a porre la questione sul contrasto, sulla ragione e sul torto, per aumentare la fiducia nella scienza e nel metodo scientifico: questo può essere d’aiuto e portare al cambiamento.

 

Per saperne di più leggi il mio articolo di approfondimento su Stateofmind.it 

Puoi trovare anche altri contenuti nella mia rubrica di Psicologia Digitale su Stateofmind.it.

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Photo by Belinda Fewings on Unsplash.

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